LEZIONE SULL'IPERTESTO
L'ipertesto, è un collegamento libero (di tipo associativo) e interattivo (di tipo partecipativo) fra informazioni poste in punti diversi di uno o più documenti. Esso è composto da blocchi di testo (Nodi) e da interconnessioni (Link) fra questi blocchi che si attivano tramite un clic del mouse. L'ipertesto si costruisce ed evolve le sue modalità di comunicazione.
L'Ipertesto per CALVINO è:
LEGGEREZZA
Il secondo millennio è stato anche il millennio del libro in quanto ha visto l'oggetto-libro prendere la forma che ci è familiare. Si afferma che nel prossimo secolo ricorderemo di Calvino la leggerezza di narratore d'avventure nel sogno e avventure nella realtà. Calvino è un talento diviso; con un temperamento di moralista catturato però dalle magie dell'immaginazione. Calvino utilizza una pura virtualità che si traduce in scrittura; sia Pasolini che Testori avevano trovato in lui il corrispettivo di una lucidità laica, ma anche una attrazione verso le mitologie del moderno e della contemporaneità. Calvino pensava che la letteratura dovesse liberarsi del proprio peso e di lui porteremo certamente nel nuovo millennio questa certezza: che la poesia, la letteratura sono un bene, che nascono da un'opposizione di contrari, ma soltanto nella luce, nella leggerezza, nella libertà dell'aria, possono avere vita.
MOLTEPLICITA'
Il tema della lezione di Calvino è il romanzo contemporaneo come enciclopedia, come metodo di conoscenza, e soprattutto come rete di connessione tra i fatti, tra le persone, tra le cose del mondo.Per spiegarsi, l'autore prende come primo esempio Gadda, che con i suoi scritti rappresentò sempre il mondo in tutta la sua complessità, evidenziando tutte le cause che contemporaneamente determinano l'avvenire di un fatto. Gadda vedeva ogni cosa come il centro di una rete di relazioni che ogni volta non poteva fare a meno di descrivere facendo infinite divagazioni; sosteneva inoltre che "conoscere significa modificare il reale", poichè si è soggettivi anche nella descrizione oggettiva, e per un uomo che detesta il suo io, cioè la sua soggettività, ciò è ossessionante. Calvino sostiene che ambizioni come queste non possono essere rimproverabili in letteratura, poichè questa sopravviverà solo se saprà, ponendosi limiti smisurati, "mettere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una versione plurima, sfaccettata del mondo". Anche nel xx secolo la conoscenza come molteplicità è il filo che unisce i lavori più importanti, ma quella che si forma nei romanzi attuali è un'enciclopedia aperta, poichè oggi non è più pensabile una totalità che non sia potenziale, congetturale, plurima. I libri moderni nascono dal confluire e scontrarsi di una molteplicità di metodi interpretativi, modi di pensare, stili di espressione. Calvino afferma che uno dei valori che vorrebbe tramandare è l'ordine mentale e l'esattezza della letteratura, che deve possedere l'intelligenza della poesia, e allo stesso tempo della scienza e della filosofia.
VISIBILITA'
In passato l'immaginazione è stata considerata in due modi: o come strumento di conoscenza per scoprire la verità dell'universo>, o come strumento di conoscenza scientifica, necessario allo scienziato per la formulazione delle sue ipotesi: Calvino osserva che per lui è molto difficile dichiarare da che parte stia e quindi preferisce proporre un'altra definizione: l'immaginazione come repertorio del potenziale e dell'ipotetico.In questo grande repertorio, che ruolo hanno le immagini fornite dalla cultura, e quale sarà il futuro dell'immaginazione nella "civiltà dell'immagine?" Proprio per questo Calvino introduce la Visibilità nei suoi valori da salvare, perchè si rischia oggi di perdere una facoltà fondamentale, quella di pensare per immagini, procedimento che egli ritiene indispensabile, e che egli stesso afferma di aver compiuto specialmente nelle fasi preliminari della stesura de I nostri antenati,(partendo da un'immagine particolare si arrivava infatti a scrivere un intero racconto) e "Le cosmicomiche" (da un enunciato scientifico si giungeva alla storia), attuando i due processi descritti in precedenza.L'autore suggerisce infine che una soluzione potrebbe essere quella di rielaborare le immagini proposteci, alterandone il significato, oppure quella di fare il vuoto per ripartire da zero.
ESATTEZZA
A Calvino sembra che il linguaggio venga usato in modo approssimativo, anche da lui in persona, ed è per questo che preferisce scrivere piuttosto che parlare, in modo da poter sistemare e correggere una frase quante volte vuole. Per rafforzare la sua teoria dell'esattezza come valore da salvare, Calvino prende come primo esempio un autore che sosteneva che un linguaggio è tanto più poetico quanto più è vago e impreciso, Giacomo Leopardi. All'uomo infatti piace immaginarsi l'ignoto, l'indefinito, che per Leopardi è sempre meglio di ciò che è noto. Per descriverlo però occorre una grandissima precisione, bisogna essere meticolosi al massimo, minuziosi nei dettagli. Leopardi quindi si rivela un testimone a favore dell'esattezza. Calvino si chiede se non sono proprio le cose che sembrano più precise ed esatte (i numeri, le forme geometriche) a dare la più grande vaghezza (i numeri e le rette sono infinite). Proprio lui che vorrebbe essere un "salvatore" dell'esattezza, riferisce che nello scrivere un romanzo molte volte non riesce a concentrarsi, perchè non gli interessa qualcosa di preciso da scrivere, ma tutto ciò che ne resta escluso.
RAPIDITA'
La lezione sulla rapidità si apre con una vecchia leggenda sul re Carlomagno che Calvino ha letto in un quaderno di appunti inedito dello scrittore romantico francese Barbey d'Aurevilly. Il mito racconta che il re in età ormai avanzata si innamorò di una giovane ragazza tedesca; la ragazza morì, ma Carlo continuò a tenerla con sè. L'arcivescovo Turpino scoprì che l'amore per la giovane era dovuto ad un anello magico e così lo tolse alla ragazza e se ne appropriò; il re allora si innamorò di lui. Il vescovo, imbarazzato da questa situazione, gettò l'anello nel lago di Costanza; il vecchio Imperatore si innamorò del lago e rimase sulle sue rive.Calvino spiega che questa leggenda è affascinante, perchè c'è una successione di eventi tutti fuori dalla norma. A legare questi avvenimenti c'è la parola "amore" con la figura dell'anello magico; quest'ultimo è il vero protagonista, poichè i suoi movimenti determinano quelli dei personaggi. L'autore vuole perciò dire che l'anello è un simbolo che unisce le persone o gli avvenimenti. Calvino afferma che comunque in tutti i racconti come nell'Orlando furioso o in Robinson Crusoe tutti gli oggetti assumono un aspetto magico.La leggenda di Carlomagno compare a più riprese nella letteratura italiana e anche nella tradizione medievale tedesca; Calvino preferisce a tutte la versione riportata da Barbey d'Aurevilly per la sua "rapidità", in quanto mantiene la struttura dei racconti orali di fiabe.La prima caratteristica delle fiabe è l'economia espressiva; le peripezie più straordinarie sono infatti raccontate tenendo conto solo dell'essenziale, c'è sempre inoltre una battaglia contro il tempo, contro gli ostacoli che impediscono il compimento di un desiderio. La relatività del tempo è un tema diffuso un po' ovunque nelle fiabe. Calvino prosegue poi osservando che un altro emblema della velocità anche mentale che marca tutta la storia della letteratura è il cavallo, che preannuncia tutta la problematica propria del nostro orizzonte tecnologico. Uno dei valori che egli raccomanda al prossimo millennio è la rapidità, perchè la funzione della letteratura consiste proprio nella comunicazione fra ciò che è diverso in quanto è diverso non appiattendo la comunicazione, ma esaltandone la differenza secondo la vocazione del linguaggio scritto. La velocità mentale vale per sè "per il piacere che provoca in chi è sensibile a questo piacere, non per l'utilità pratica che si possa ricavarne".