Il boss Provenzano è stato arrestato questa mattina in un casolare nel suo paese Corleone, "il paese della mafia", dove da poco era tornato, senza opporre resistenza si è consegnato alla polizia con le braccia aperte.
La sua latitanza durava da ben 43 anni, tutto ebbe inizio con unione tra Provenzano, Riina e Liggio, questi negli anni '60 iniziarono la loro ascesa verso il dominio sul territori sovrastando i boss allora presenti.
Si muovevano indisturbati, agivano in maniera attenta e presisa, terrorizzando la Sicilia con attentati, omicidi, e tutto in maniera invisibile fino a scalare i vertici di Cosa Nostra. Da lì a poco diventarono i padroni della Cupola.
Tutto cambiò quando nel 1987 fu arrestato Liggio il vero Boss, da allora iniziò la latitanza di Riina e di Provenzano.
Totò Riina detto u curtu salì subito al potere ma la sua latitanza finì nel 1993 con il suo arresto fu il mandante degli attentati dinamitardi di Falcone e Borsellino.
Mentre la ricerca di Bernardo Provenzano detto u tratturi per la sua bravura nel maneggiare armi è stata sempre più difficile, la sua identità era molto segreta, si era in possesso solamente di una foto che risaliva al 1963 e di una riproduzione fatta a computer di certo non veritiera.
La sua comunicazione in questi lunghi anni come capo della mafia avveniva attraverso dei "pizzini", cioè dei fogliettini di carte con i quale comunicava i suoi comandi.

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